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Femminicidi e la mancanza di educazione sentimentale

Pubblicato su Libero 29/11/2023

E’ una tragedia che riguarda tutto il mondo occidentale ma da noi i numeri fanno paura. Parliamo dei femminicidi. Quest’anno si è già superato il numero delle cento vittime. Nel 90% dei casi la violenza avviene in famiglia. Manifestazioni pubbliche, campagne di sensibilizzazione, interventi giuridici, misure cautelari. Nulla sembra in grado di fermare la strage di donne.

Il tema è stato affrontato a Milano in un dibattito organizzato dal “Centro Studi Primo Articolo” che ha visto protagonista Stefano Zecchi docente di Estetica e autore del libro “In nome dell’Amore” (Mondadori). Intervistato dalla giornalista Ilaria Pedrali il professore ha spiegato come la mancanza, anche in Italia, di una educazione sentimentale possa esasperare l’emergenza femminicidi.

“Far riflettere i ragazzi sul rispetto del mondo esterno è fondamentale: cogliere le differenze educa al rispetto e obbliga a non violare e deturpare il volto dell’altro. Amore vuol dire riconoscere realtà diverse. Due persone possono fare un percorso comune, possono affrontare un cammino insieme ma bisogna saper gestire la fine di questa esperienza. Oggi prevale ed emerge in caso di separazione un sentimento di sopraffazione. L’altro viene vissuto come una proprietà cioè come un semplice oggetto. Questa spersonalizzazione del volto dell’altro diventa premessa della tragedia del femminicidio”.

A questo bisogna aggiungere un contesto sociale in continua evoluzione che vede la sparizione della sfera religiosa, il disimpegno della famiglia e la permissività propagandata dai social. A questo delicatissimo tema è dedicato un intero capitolo: intitolato “L’amore al tempo di internet”. Zecchi: “la virtualità nella quale sono immersi i ragazzi è altamente negativa. Abituati a cancellare il messaggio, rimuovere la storia, modificare il profilo sono impreparati a gestire un rapporto diretto e reale. Un rapporto che non si può “spegnere” a piacimento. Questo produce una debolezza caratteriale che spesso sfocia in violenza incontrollata. Davanti ad un rifiuto e a una sconfitta affettiva non si è in grado di reggere”.

Dal libro emerge che l’educazione sentimentale “fai da te” che arriva attraverso social e web è andata a sostituire scuola, famiglia e amici più grandi che introducevano in modo responsabile nel mondo degli adulti.

Zecchi ha voluto evitare di affrontare il tema dell’amore in modo psicanalitico e statistico ma punta a dimostrare come si possa e debba interpretare la vita attraverso il cuore. Ecco allora che l’analisi spazia dai grandi miti alla filosofia, dai testi classici agli immortali romanzi dell’Ottocento attingendo anche a film e canzoni dei nostri giorni. Materiale indispensabile per ragionare sulla natura di un sentimento affascinante e contraddittorio come dimostrano le tante sfumature di questo sentimento: amore vero, passionale, romantico, sentimentale, vanitoso, narcisista, sbagliato, impossibile, disperato. Zecchi riflette su come siano cambiate le relazioni in seguito alla rivoluzione sessuale, sul matrimonio e sul divorzio, ma anche sui nuovi significati della maternità e sulla continua evoluzione della figura paterna. Il libro si conclude riannodando i fili che congiungono l’amore alla bellezza perché “il bene si comprende attraverso il significato del bello e l’amore trova nella sua bellezza la sua espressione più vera”.

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1 commento

  1. Anonimo

    Articolo ottimo

    Rispondi

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