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Una fotografia dell’Italia – Intervista a Roberto Giacomelli

 

Come prima domanda le chiederei un giudizio sul governo Meloni: continuano gli sbarchi di non-profughi, l’economia ristagna, siamo perfino in guerra con la Russia. Il “perchèdonnismo” sta cominciando a mostrare tutti i suoi limiti inevitabili e prevedibili?

Questo è il primo Governo eletto dal popolo con regolari elezioni politiche, dopo un decennio di governi fantoccio imposti dalle forze progressiste e quindi costituisce un notevole passo avanti nella vita politica italiana. Il nuovo Governo deve risolvere problemi insormontabili, sciagurata eredità dei due precedenti che hanno portato alla situazione disastrosa attuale. Sicuramente un esecutivo più determinato e determinante, ma inevitabilmente limitato nella sua azione. Ora aspettiamo una maggiore decisone sulla lotta all’immigrazione selvaggia, per cui si parlò di blocco navale, i risultati di una severa inchiesta sulla conduzione criminale della gestione dell’epidemia influenzale di Covid, fatta passare per la nuova peste per spacciare per vaccini dei farmaci sperimentali mai sperimentati. Una vera rivoluzione culturale che sottragga alle forze progressiste l’egemonia culturale. L’area identitaria ha intellettuali di alto livello, case editrici coraggiose, una lunga tradizione ideologica e pensatori che hanno fatto la Storia. Il primo provvedimento da prendere è quello di eliminare il controllo totale della televisione di Stato da parte delle forze progressiste, ristabilendo una comunicazione veritiera e libera. La libertà si conquista eliminando le bugie e le contraffazioni dei fatti perpetrati dai soliti noti.

Come giudica quindi la situazione attuale qui in Italia, guardando anche e soprattutto a quanto è successo durante il Covid?

L’Italia versa in uno stato di grave crisi dovuto a decenni di cattiva amministrazione, di governi che non hanno fatto gli interessi del popolo, ma quelli dei poteri finanziari, di Stati esteri, dell’Unione Europea. In ultimo il sistema sta involvendo verso la democrazia autoritaria, con le conseguenti limitazioni di libertà ed un controllo poliziesco degno degli Stati comunisti. Il drammatico esperimento di psicologia sociale messo in atto durante la recente epidemia influenzale ha provocato danni enormi all’economia nazionale e alla salute mentale dei cittadini. Nessuna inchiesta ha ancora determinato le gravi responsabilità politiche che hanno portato ad un numero elevato di decessi e alla rovina di famiglie ed aziende per l’imposizione del famigerato Green Pass. Il capitalismo nella sua fase crepuscolare si esprime con una stretta sorveglianza sui cittadini, sintomo di paura e debolezza del Sistema.

Si sente spesso l’espressione “capitalismo terminale”. Siamo sicuri che il capitalismo sia sul punto di morire?

I regimi nella loro fase terminale si distinguono per la condotta repressiva, la violenza nei confronti dei cittadini che si ribellano alle folli imposizioni, la soppressione dei diritti civili e delle libertà personali. Un preciso sintomo di perdita di potere che sfocia nella paura di perdere il controllo sul popolo e la conseguente caduta del Sistema stesso. Un esempio storico illuminante è il periodo del Terrore durante la Rivoluzione francese, quando le istanze rivoluzionarie mostrarono il loro vero volto di violenza e sopraffazione, le rivolte furono soffocate nel sangue. Quando i veri obiettivi del Sistema si svelano al popolo e si scatena l’insoddisfazione e la conseguente ribellione, il Potere si sente sfuggire di mano il controllo e reprime il dissenso con la violenza. Le vergognose scene di repressione al porto di Trieste contro inermi lavoratori che chiedevano solo che venissero rispettato il loro diritto a non inoculassi sostanze sconosciute e pericolose spacciate per vaccini sono emblematiche della fragilità del Potere.

Che cosa lo dovrebbe sostituire? Che cosa, invece, è probabile lo sostituisca?

Il capitalismo non è solo un sistema economico sociale basato sullo sfruttamento del lavoro, ben delineato dalla teoria marxiana del plusvalore, ma è anche un preciso stile di vita nel quale il sentimento prevalente è l’egoismo. Nell’unica società della Storia fondata sul profitto, a scapito dei valori e delle idee, la mancanza di una dimensione spirituale e del fisiologico contatto con il Sacro, si supera simbolicamente la paura della morte con l’accumulo di capitale, di soldi, di oggetti e proprietà. Questi sostituti affettivi sembrerebbero dare l’illusione di continuità e immortalità, mentre in realtà sprofondano l’essere umano nel baratro del consumo compulsivo e della bassa materialità. La nuova Età dell’Oro dovrà essere un’epoca di spiritualità, di ritorno alla Natura, di contatto con la dimensione trascendente, nella riscoperta della Tradizione. Lo Stato che supererà il capitalismo è quello sociale, rispettoso delle esigenze dei cittadinii, evitando ogni forma di sfruttamento.

Nei suoi articoli e nei suoi libri, lei scrive che l’Occidente ha rinunciato alla dimensione divina. Può spiegarci meglio questa sua idea?

Le religioni rivelate, eresie dell’ebraismo, lontane dal sentire dei popoli europei, hanno soppiantato la spiritualità originaria, distaccandoci dalle nostre origini e disperdendo l’eredità culturale e spirituale degli avi. La scomparsa dei miti e dei simboli trascendenti che collegano con l’inconscio collettivo, dimensione divina, ha provocato la recisione delle radici. La perdita di identità dei popoli, del significato della vita, ridotta a mera sopravvivenza nella bassa materialità, determinano il disagio mentale caratteristico di questa civiltà, dove la sofferenza psichica è la cifra caratteristica del tempo. Privati dei loro Dei, delle festività dei cicli della natura, della presenza del Genius loci nei boschi e alle sorgenti, gli europei sono orfani della Tradizione dei padri e vittime della mentalità accaparratrice e consumista che viene dal di là dell’Oceano.

Che cosa dovremmo fare per recuperare questa dimensione divina?

Per recuperare il rapporto con il divino si devono riscoprire i riti, questo termine deriva dalla lingua sacra sanscrita nella quale il fonema RTA indicava la ruota cosmica, ovvero l’equilibrio dell’Assoluto. Il rito ordina in modo benefico il tempo umano rapportandolo a quello divino, ristabilendo un rapporto sano con le forze della Natura. Celebrando i riti domestici in onore degli avi, le festività celtiche o romane, i passaggi iniziatici delle stagioni della vita umana, il mos maiorum delle origini. La Via iniziatica nelle sue svariate declinazioni, dall’alchimia occidentale alle filosofie spirituali orientali, induismo e buddhismo, alla meditazione, sono pratiche di restaurazione spirituale. L’approccio al divino, secondo Jung, ristabilirà l’equilibrio psichico dei popoli distrutto dal consumismo e dal materialismo.

Mi permetta un’ultima domanda, sulla Russia: l’atlantismo italiano è segno di doverosa lealtà, nei limiti della nostra indipendenza, o piuttosto è segno evidente del servilismo del nostro Paese e della sua classe politica?

Potremmo definire l’atlantismo la malattia senile dell’Europa, il patetico asservimento culturale agli USA di cui soffrono tutti gli Stati europei, in modo particolare l’Italia che è il cinquantunesimo stato della confederazione statunitense. L’Italia è a tutti gli effetti una colonia americana, sul nostro territorio, caso unico, abbiamo un centinaio di basi militari USA, con corredo di armi atomiche che nuocciono alla salute delle persone e dell’ambiente naturale. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale i vertici militari italiani firmarono non un trattato di pace, ma una resa senza condizioni le cui clausole sono tutt’ora secretate. Questa sconfitta senza onore ha determinato la servitù militare, ma soprattutto quella morale, l’assunzione supina di ogni moda demenziale che arriva dagli USA. Il decadimento della nostra cultura sostituita dalle aberrazioni del popolo che è passato dalla barbarie alla decadenza senza conoscere la civiltà.

 

Video intervista su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=yLHuimt7rho

Video intervista su Rumble:

https://rumble.com/v29sogu-italia-devastata.htm

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