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Pozzallo, tra imbecillità e colonizzazione linguistica

Un esempio tra i tanti, a dimostrare che l’imbecillità della gauche caviar ha raggiunto dei livelli, temiamo, ormai inespiabili. L’ultima (…?) alzata d’ingegno è giunta da Pozzallo, comune in provincia di Ragusa.

I fatti.

Nel ridente comune marino, aggrappato alla costa dell’estrema Sicilia sud-orientale, il sindaco Roberto Ammatuna, che si definisce orgogliosamente «antifascista militante e non di parole», in un impeto incoercibile di legittimità democratica, ha deciso di rimuove l’eversiva “X” dalla scritta “”XMAS” che in occasione delle feste di Natale era stata installata a cura del Comune nella piazza principale di Pozzallo.

A dirla tutta, la richiesta era partita dal circolo locale dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti in quanto alcuni cittadini avevano ritenuto che potesse rappresentare un riferimento alla Decima Mas, la più gloriosa unità di incursori della Marina nella storia militare mondiale, che dopo l’8 settembre 1943 aveva deciso di schierarsi con la Repubblica sociale italiana di Mussolini, dietro il comandate Junio Valerio Borghese, già medaglia doro al valor militare per le azioni compiute come comandante di sommergibile nel Mediterraneo occidentale, dall’ottobre al novembre 1940.

Comunque sia, come dichiarato alla stampa dal sindaco Ammatuna, «Pozzallo democratica ed antifascista non poteva subire la benché minima possibilità di essere associata al fascismo o di avere una scritta fascista. Ecco perché la X è stata rimossa per garantire alla città di vivere un Natale più sereno».

E così nella bella piazza della provincia di Ragusa campeggiava, nel mezzo delle luminarie natalizie, una scritta piuttosto incongrua e surreale, quasi felliniana: Mas. Cioè secondo l’Almanacco storico navale, l’acronimo che sta, a seconda dei gusti, per motobarca antisommergibili, motoscafo antisommergibili o motoscafo armato silurante…

Diceva Oscar Wilde, a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.

In effetti, la vicenda pare uscita dalle pagine del Vernacoliere di Livorno o dalle stracche sceneggiature di un cinepanettone di serie D, una sorta di remake a ideologie rovesciate di un Vogliamo i colonnelli! in chiave ancor più dissennata e pecoreccia.

La vicenda, sulla quale infierire sarebbe come sparare sulla Croce rossa, in realtà è ancora più grottesca. Infatti il grottesco e raccapricciante equivoco – a volerlo generosamente definire così – è frutto, per di più…, di una servile quanto incomprensibile genuflessione alle forzature linguiste d’oltreoceano, dal quale la periferia dell’Impero del sole calante importa supinamente qualsiasi moda e ogni indigeribile superstizione.

Perché a tagliare sul nascere le radici a questa colossale figura degna del gergo giornalistico-televisivo di Emilio Fede sarebbe bastato che l’amministrazione di Pozzallo, senza pagare pegno a improbabili importazioni linguistiche esotiche, si fosse limitata a un tradizionale e inconfondibile Buon Natale…

Quell’imbecillità della sinistra sul caviale del tramonto che assomiglia sempre più a un inquietante mix tra il vaso di Pandora e il pozzo di san Patrizio. In questo caso, un pozzo senza fondo a denominazione d’origine controllata, rigorosamente laica e antifascista.

A scanso di equivoci…

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3 Commenti

  1. Anonimo

    La mamma degli imbecilli è sempre incinta!

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  2. Anonimo

    Ha già fatto una brutta figura con “xmas”

    Rispondi
  3. Anonimo

    L’Italia non è un paese né latino né mediterraneo, ma un paese anglobarbaro ormai completamente sradicato da ogni espressione di cultura autentica. Lingua nazionale ITANGLESE, che vergogna.

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