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Intromissioni a geometria variabile

Si fa sempre un gran parlare delle intromissioni di Mosca nelle vicende politiche dei paesi occidentali. Che si tratti di accuse vere o presunte tali, lascia comunque perplesso il pulpito da cui gli anatemi vengono scagliati, un pulpito colpevole, come al solito, o di scarsa memoria o di evidente malafede.

Un paio di esempi tra i tanti possibili.

Il 13 dicembre 2013 Victoria Nuland, nominata da Obama nel settembre dello stesso anno assistente segretario di Stato per gli Affari eurasiatici, rende noto che dal 1991, l’anno dell’indipendenza ucraina, gli Stati Uniti hanno speso oltre 5 miliardi di dollari per «rendere l’Ucraina una nazione sicura e democratica (Weve invested over $5 billion to assist Ukraine in these and other goals that will ensure a secure and prosperous and democratic Ukraine)» e risollevare l’economia del paese dalla situazione disastrosa (dire state) in cui versava.[1]

La cosa ancora più curiosa, come scrive Diego Fabbri su Limes, è che la Nuland sia un diplomatico di professione profondamente influenzata dal pensiero neocon, non a caso consorte di Robert Kagan, membro del Council on Foreign Relations e tra i fondatori del Project for the New American Century. Al netto (o in forza) di queste convergenze bipartisan, Obama le affida «il compito di coordinare il lavoro delle numerose ong operanti in Ucraina, quinta colonna in grado di intercettare e indirizzare gli umori della popolazione filoccidentale». I corsivi sono nostri.[2]

Dati confermati davanti alla commissione Esteri del Senato statunitense dal vicesegretario di Stato per i Diritti umani, Tom Melia, con in più la precisazione che oltre 815 milioni di dollari sono finiti nelle casse delle ong attive sul territorio ucraino (nongovernmental actors in Ukraine).[3]

Se Sparta piange, Atene non ride… Anche sul fronte di casa nostra, infatti, le cose (le intromissioni…) non cambiano.

Un milione e mezzo di euro da George Soros a +Europa per fare «un listone antifascista»… Hanno fatto grande scalpore, chissà poi perché…, le accuse scagliate da Carlo Calenda nei confronti dei suoi ex alleati.

Secondo quanto dichiarato dal leader di Azione a Bruno Vespa, il giornalista e conduttore di Porta a Porta che riporta le sue affermazioni nel libro La grande tempesta (Milano, 2022), Soros avrebbe sontuosamente finanziato il partito di Emma Bonino.

Nel ricostruire i retroscena della rottura degli accordi elettorali con il Partito democratico in vista del voto per le politiche del 25 settembre 2022, Calenda ricorda: «Dico a Letta che non può firmare due patti contraddittori (con Azione e con Verdi/Sinistra italiana), salta l’agenda Draghi, diventa un Letta contro Meloni. Vedo che Della Vedova è totalmente schierato con il Pd. D’altra parte ne conosco le ragioni, non ultima quella che il finanziere George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura», riporta l’ex ministro togliendosi un velenoso sassolino dalla scarpa.

Deontologicamente corretto, Vespa riporta la smentita di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, che dichiara di non aver «ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già stati pubblicati». Cioè rendicontati. Visto che secondo la legge italiana, il filantropo Soros non avrebbe potuto sovvenzionare alcun partito né singoli candidati sia perché cittadino straniero sia perché esiste un tetto di 100mila euro ad personam al finanziamento da parte dei privati.

A ricevere fondi, evidentemente sotto quel plafond, secondo Della Vedova, sono stati solo alcuni candidati di +Europa, i quali hanno ricevuto un contributo diretto da Soros per le spese elettorali. Tutto regolare, dunque: «Il filantropo di origini ungheresi da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo Stato di diritto. Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato».

Orgogliosi loro, orgogliosi tutti. O quasi…

Concetti ribaditi da Emma Bonino via Twitter il 2 novembre 2022: «In questi giorni sulla stampa si parla del finanziamento di #Soros ad alcuni nostri candidati. Non solo confermiamo tutto, ma lo rivendichiamo: con Soros abbiamo una consolidata e duratura condivisione dei valori politici liberali e democratici e una comune visione europeista. Grazie George!».

D’altra parte, sono di pubblico dominio i rapporti tra Soros e la Bonino, storica leader di +Europa oggi e del Partito radicale una volta. «Libero racconta di come nel 2004 l’allora eurodeputata ricevette dal finanziere d’origine ungherese un premio promosso dalla sua Open Society Institute. Sempre nel 2004, prosegue il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, Soros prestò alla Lista Bonino due milioni di euro per la campagna elettorale per le Europee. Nel 2006 era arrivato un altro prestito da un milione e mezzo usato sempre per pagare le spese della campagna elettorale. Denaro che secondo i radicali è stato sempre restituito».[4]

La sintonia tra il pianeta Bonino e la galassia Soros è assoluta e non potrebbe essere altrimenti dato che il banchiere miliardario promuove ossessivamente in tutto il mondo aborto, eutanasia, agenda Lgbtq e droga libera tramite la sua Open Society Foundation.

Il problema – per noi italiani se non altro – è che George Soros, il filantropo statunitense di origini ungheresi, generoso finanziatore di +Europa e della Bonino grazie a un patrimonio personale stimato nel 2017 da Forbes oltre i 25 miliardi di dollari, una delle trenta persone più ricche del pianeta, il 29° per la precisione, fa e ha fatto molto altro ancora…

Proditoriamente soprannominato “Shelob” (il malefico essere in forma di ragno della saga del Signore degli anelli di J. R. R. Tolkien) da critici che evidentemente non lo amano, a differenza di tutta la gauche arcobaleno nazionale e internazionale, nel 1992 con il suo fondo Quantum fu tra i principali responsabili della speculazione finanziaria che portò la lira e la nostra economia a un passo dal baratro, a causa di un sismico attacco speculativo da lui orchestrato sulla divisa italiana e sulla sterlina britannica che suggerì alle autorità di Roma di incendiare generosamente le riserve valutarie spingendo Italia e Gran Bretagna fuori dallo Sme.

Oggi Soros si gode una seconda vita da filantropo, impegnato in prima fila tra l’altro anche nel finanziare le Ong che scaricano una serie infinita di barconi stipati di migranti disperati sulle coste italiane.

Comunque sia, secondo l’Huffington Post, l’operazione di Soros nel 1992, grazie alla vendita di lire allo scoperto in cambio di dollari, costrinse la Banca d’Italia a bruciare 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta di circa il 30% e l’estromissione della lira dal Sistema monetario europeo. Un exploit finanziario che Soros, onore al merito, rivendica con orgoglio e non senza qualche ragione… «“L’attacco speculativo contro la lira – esordisce Soros – fu una legittima operazione finanziaria. Mi ero basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere”. Nessun segreto, insomma. Nessuna informazione riservata o soffiata nei salotti dell’alta finanza. Solo una lucida, ma spietata, comprensione della realtà, che Soros sintetizza con una formula particolarmente efficace: “Gli speculatori fanno il loro lavoro, non hanno colpe. Queste semmai competono ai legislatori che permettono che le speculazioni avvengano. Gli speculatori sono solo i messaggeri di cattive notizie”». Anche in questo caso i corsivi sono nostri.[5]

Non potrebbe essere detto meglio o più autorevolmente.

Il che – una volta passati i fumi tenebrosi e sanguinari di un’ira funesta che nemmeno il Pelìde Achille – lascia ampio spazio a drammatiche e amare considerazioni sui meccanismi di selezione della classe dirigente politica. Cosiddetta “nazionale” che lascia campo aperto e questi saccheggiatori di ricchezze indifese.

Anche perché, come ha ricordato Bettino Craxi in un’intervista, il «finanziere-squalo» ottenne nell’ottobre del 1995, tre anni dopo la sua bella impresa, la laurea ad honoris causa in economia da parte dell’università di Bologna. Grazie al professor Romano Prodi, amico personale del milionario statunitense…

L’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea sembra infatti “dimenticare” che per rientrare nello Sme, le prove tecniche dell’Eurozona, il governo italiano fu obbligato a una delle più pesanti manovre finanziarie della sua storia, una legge di stabilità, come si dice oggi, da circa 93mila miliardi di lire al cui interno fece per la prima volta la sua comparsa l’imposta sulla casa (Ici), oggi trasformatasi in Imu.

E senza contare che cinque mesi prima il presidente del Consiglio Giuliano Amato, proprio a causa della disastrosa situazione economica in cui versava il paese prima dell’attacco speculativo di Soros, aveva dato il via libera al prelievo forzoso del 6 per mille sui conti correnti degli italiani.

A proposito di intromissioni nella vita politica dei paesi occidentali e degli ispiratori di catastrofiche politiche economiche nazionali. Sempre a geometria variabile nella valutazione critica della narrazione mainstream

Quousque tandem abutere, “Catilina”, patientia nostra?…?

[1] Cfr., U.S. Department of State, Remarks at the U.S.-Ukraine Foundation Conference, Victoria Nuland, Assistant Secretary, Bureau of European and Eurasian Affairs, Washington, DC, 13 dicembre 2013, https://2009-2017.state.gov/p/eur/rls/rm/2013/dec/218804.htm.

[2] D. Fabbri, Fomenta e domina, Limes 4, aprile 2014, LUcraina tra noi e Putin, pag. 203.

[3] Cfr., Statement of Thomas O. Melia Deputy Assistant Secretary of State Bureau of Democracy, Human Rights and Labor U.S. Senate Foreign Relations Committee, 15 gennaio 2014, https://www.foreign.senate.gov/imo/media/doc/Melia_Testimony4.pdf.

[4] F. Q., Calenda accusa +Europa: Da Soros 1,5 milioni di euro per un listone antifascista”. Della Vedova: Contributi solo ad alcuni candidati”, Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2022, https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/01/calenda-accusa-europa-da-soros-15-milioni-di-euro-per-un-listone-antifascista-della-vedova-contributi-solo-ad-alcuni-candidati/6858413/.

[5] HuffPost, George Soros, lo speculatore (non) pentito: Giusto lattacco allItalia del 1992. Noi solo messaggeri di cattive notizie”, LHuffington Post, 12 maggio 2013, http://www.huffingtonpost.it/2013/05/12/george-soros-lo-speculato_n_3262351.html.

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3 Commenti

  1. Gianluca

    Commercio universale e esacerbato individualismo: ecco i pilastri della società aperta immaginata da Popper e in via di realizzazione da Soros. Il geniale paradosso è aver arruolato tutti i dem-prog di ogni latitudine con lo specchietto dei diritti civili, perfetto grimaldelli per scardinare i diritti sociali su cui si imperniava la comunità, fosse essa Stato, corporazione, azienda, famiglia

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  2. Anonimo

    Leggendo questo articolo si comprende quanto sia vuota la parola “democrazia”

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  3. paolo

    interferenze russe…ahahahah
    il bue che da del cornuto all’asino
    e quelle amerkane ???? vere reali profonde criminali e guerrafondaie…..che fanno sistematicamente da 80 anni ovunque nel mondo…..quelle nooooo quelle sono buone…ma vaffa….
    (parentesi….se uno mi dice gentilmente a quale titolo e in base a quale diritto internazionale gli amerikkkani possono fare e realizzare le loro sanzioni contro chiunque, ve ne sarei molto molto grato….chiusa parentesi)

    emma bonino +europa dallevedove soros
    semplicemente un branco di idioti infami e parecchio ridicoli
    il buon Marco Pannella si rivolta nella tomba

    ad maiora

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